Dicono di Noi

Andrea Scanzi

Giornalista

Da Faccini, bel ristorante a Castell’Arquato, ricordo di aver bevuto un Gutturnio di pregio, l’azienda era Casa Benna.

Guida MICHELIN 2018

(ricevuto il riconoscimento de “Il piatto MICHELIN: una cucina di qualità”)

Lunga tradizione familiare per questa tipica trattoria, che unisce alle proposte classiche piatti più fantasiosi, stagionali. Una piccola elegante sala riscaldata dal caminetto e una attrezzata per i fumatori. I prodotti che vengono degustati nel ristorante ed altri generi alimentari legati alla tradizione gastronomica piacentina sono acquistabile presso l’annessa bottega.

www.vinix.com

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A soli due km dal fantastico borgo medioevale di Castell’Arquato, da 84 anni il Ristorante Trattoria “Da Faccini” propone la cucina tipica piacentina. Nella bottega annessa potrete acquistare salumi selezionati e paste fatte in casa che troverete anche nel menù.
La carta dei vini è una accurata selezione della miglior produzione di vini piacentini ed italiani.
Dal menù abbiamo scelto: Salumi tipici piacentini serviti con la burtleina, Tortelli di ricotta e spinaci, Tortelli ripieni al culatello, Pisarei e Fasó, Tagliatelle ai funghi porcini, Torte e dolci al cucchiaio fatti in casa. Abbiamo bevuto un Gutturnio 2013 “sur lie” della Tenuta vitivinicola Croci, che abbiamo visitato dopo pranzo.
Abbiamo mangiato benissimo, la cucina è genuina, ben curata. Il servizio di sala è stato cordiale e attento e il sommelier è stato ineccepibile.

Civiltadelbere.com

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Ristorante “oh the road”, ma solo all’apparenza. Da Faccini il menù è tipico e genuino, ma di altissimo livello qualitativo. Tuffatevi nei primi: tortelli alla piacentina e pisarei e fasö.

www.ItalianRestaurantandRecipes.com

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Nelle colline piacentine, dove la tradizione gastronomica è leggendaria, troverete lo storico casolare dal parcheggio sempre pieno.
La famiglia Faccini ha aperto le danze nel 1932.
Alle sale si accede tramite la bottega alimentare dove si affettano i salumi scelti e stagionati da Massimo: la coppa, il culatello e il parmigiano che ordinerete sono i più buoni del mondo!
La grande sala con il camino ti accoglie come nella migliore tradizione.
Bisogna ordinare, e nonostante i tanti piatti a disposizione, la prima scelta appare obbligatoria.
Non si può infatti perdere l’accoppiata culatello – burtleina, ovvero rispettivamente la parte nobile del prosciutto e una focaccina cotta nello strutto che risulta leggera e friabile.
Con i primi la scelta si fa più difficile…  Noi abbiamo scelto degli splendidi ravioli tirati a mano che hanno una sfoglia talmente sottile che in trasparenza si vede la ricotta con gli spinaci.
Ma ancora potrete scegliere ii e pisarei e fasoi, un piatto tipico piacentino che consiste in gnocchi di farina grattugiato conditi con pomodori e fagioli. Oppure i ravioli d’anatra arricchiti con del tartufo.
Nei secondi è impedibile la faraona cotta nella creta, il brasato cotto nel vino Gutturno, oppure troverete il bollito misto accompagnato dall’immancabile mostarda di cremona.
Anche i dolci fanno la loro parte: semifreddo di amaretto, il torroncino al cioccolato caldo, la sbrisolona, oppure i turlitt, ravioli dolci fritti con

Guida alle Trattorie e ristoranti della provincia di Piacenza

(ricevuto il riconoscimento de “non plus ultra”)

Quella che fu “trattoria e commestibili”conserva tra le sue mura un pezzo di storia della ristorazione piacentina.
In attività fin dal 1932, il Ristorante Faccini trova in Giacomo (Faccini per l’appunto) il capostipite di una famiglia di osti che lo gestisce tuttora. Le due sorelle Paola e Barbara si dividono tra sala e cucina, volti e mani di quell’ospitalità familiare tanto apprezzata quanto in via d’estinzione.
Sebbene dotato di molti coperti la cucina non va in affanno neppure nei giorni di grande affluenza e la qualità delle preparazioni è sempre all’altezza.
Seduti al tavolo capiterà di sentire frasi tipo “May I have some more bortellina, please?” o “A glass of gutturnio wine, thankyou” il locale è infatti meta sia di turisti sia degli uomini d’affari che frequentano le aziende meccaniche della zona.
L’impianto del locale è quello delle classiche osterie emiliane nelle quali si entra dal bar e poi ci si accomoda nelle varie sale da pranzo.
Il menù alla carta viene consegnato ai commensali ma il personale sarà pronto a recitarlo a memoria e consigliare i piatti del giorno. I canoni classici della tradizione piacentina ed arquatese sono rispettati con l’aggiunta di qualche piatto di pesce di mare.
Nell’antipasto misto, che propone bortellina con sei tipi di salume (coppa, salame, pancetta, spalla cotta, culaccia e culatello) giardiniera e insalata russa fatte in casa. Gli altri antipasti sono stagionali: in autunno si trovano cose come tortino di zucca e funghi o tortino con carciofi e cipolla. Ed arriviamo al meglio: i primi e tra questi un trionfo di paste ripiene
Tortelli classici con ripieno di erbette e ricotta, alla zucca (ricotta e zucca, niente amaretto, come vuole la tradizione piacentina), al ripieno e sugo di culatello, e col ripieno d’anatra; commoventi.
Pisarei e fasò, anolini arquatesi, gnocchi alle carote e basilico, tagliolini freschi al tartufo completano il quadro.
La carta dei vini è ben curata, si trovano praticamente tutte le migliori etichette locali e di tutte le fasce di prezzo, molti vini italiani e francesi.
E’ usanza che alla richiesta di un calice di vino venga ne aperta una bottiglia (di vino locale), versato un bicchiere e lasciata poi la bottiglia sul tavolo. Alla fine verrà fatto pagare il vino secondo il consumo.

Ass. Botteghe Storiche della provincia di Piacenza

Associazione Botteghe Storiche

L’attività è nata nel 1932, su iniziativa di Faccini Giacomo, come trattoria con attiguo negozio di alimentari. Nel locale veniva servito il vino in scodella ed i salumi stagionati direttamente, oggi come allora, nelle cantine con le mura in sasso a vista , che si possono visitare. L’edificio conserva la caratteristica struttura in sasso e le travi a vista. All’interno si possono trovare i vecchi tavoli in legno utilizzati per giocare alle carte, tradizione peraltro mantenuta nel tempo. Da sempre luogo di aggregazione per la popolazione locale, l’esercizio, ora rinomato ristorante, è molto conosciuto per la qualità della cucina e per aver saputo mantenere i sapori e le tipicità tradizionali, grazie anche alla gestione continuativa da parte della famiglia Faccini, oggi alla quarta generazione.

www.corriere.it

Presentazione nuove chiocciole Slow Food 2022

Nacque nel 1932 come piccola bottega. Ora, quasi novant’anni dopo è un ristorante curato e accogliente. Per la guida «un approdo sicuro sulla strada che da Piacenza porta al borgo di Castell’Arquato». La parola d’ordine del locale è questa: i tempi cambiano, ma qui, si servono solo prodotti di qualità e che si conoscono a fondo, in tutta la loro filiera. Il piatto forte di casa Faccini? I salumi, declinati in diverse stagionature e accompagnati da una versione croccante della burtleina, una specie di frittata molto consumata nella zona. Senza dimenticare primi come tortelli fatti in casa o i ravioli di anatra e tartufo. Per secondo: ancora anatre, faraone e guancialini. La grigliata di carne è altamente consigliata. Ma c’è anche un’interessante proposta vegetale, con l’asparago piacentino e altre verdure stagionali che possono diventare le protagoniste di una tavolata green. Ottima la selezione di vini (naturali).